La storia della pelle a Firenze

La storia della pelle a Firenze

Produzione della pelle nel medioevo

Già dal 1300, la città di Firenze era rinomata per la produzione della pelle, sia per qualità della concia, sia per la qualità dei manufatti. Firenze è stata, nel corso dei secoli, patria di artisti e artigiani. L’artigianato nel capoluogo Toscano ha sempre avuto un impatto importantissimo sulla vita economica e politica della città. Tra le varie corporazioni di artigiani che vedono la luce nella Firenze del basso medioevo troviamo l’Arte de’ Cuoiai e Galigai, dediti alla concia e alla produzione della pelle.

Le Arti a Firenze, una storia di politica, creazione e produzione

Nella metà del 1100 iniziano a costituirsi a Firenze corporazioni di artigiani che saranno destinate, nei secoli successivi, ad essere protagoniste dell’evoluzione politica culturale e artistica della città. Tali corporazioni si definiscono Arti. E’ bene qui far luce su un concetto importante riguardo alla parola Arte. Arte deriva dalla parola latina Ars che siginificava che significava “abilità fisica o mentale di costruire qualcosa”. Ci si riferisce quindi alla capacità di costruire, creare, modellare, si tratta, nel suo senso più puro, di artigianato. Le Arti a Firenze erano ben ventuno, sette Arti maggiori e sette Arti minori. Ognuna con il suo statuto, la sua sede, il suo stemma e il suo Santo Patrono. Le arti maggiori, tra cui ricordiamo l’arte di Calimala (mercanti che in primo luogo si dedicavano all’esportazione di prodotti), l’arte dei Medici e degli Speziali (di cui faranno parte personalità di grande spicco, quale Dante Alighieri), l’arte della Seta (o di Por Santa Maria), arrivarono nel 1300 a controllare la città a livello politico. L’artigianato, il creare con le mani era invece peculiarità delle arti minori. Tra le 14 arti minori quelle che ebbero più rilevanza furono l’arte de’ Beccai e l’arte de’ Cuoiai e Galigai, strettamente collegate tra loro.

L’arte de’Galigai : le origini della produzione della pelle a Firenze

L’arte de’ Beccai era quella dedita ai macelli. Inizialmente era locata su ponte vecchio dove dimorò per più di due secoli. Le pelli ricavate dall’arte de Beccai venivano prese e lavorate dall’arte de’Galigai. Le prime notizie dell’arte de’ Galigai risalgono al 1282, Vi si immatricolarono i cuoiai, i conciatori detti Pelacani, i venditori di cuoio detti Pezzai e i doratori di cuoio e pelle detti Orpellai. Ogni Arte aveva il suo Santo Patrono e quello dell’Arte de’ Galigai era Sant’Agostino al quale ogni anno il 28 agosto facevano la consueta offerta all’interno della Chiesa di Orsanmichele. L'attività della concia, da prima veniva esercitata a monte e a valle di Ponte Vecchio dove le pelli venivano messe a bagno nell'Arno. L’arte di conciar la pelle si tramandava di generazione in generazione. Il detto famoso detto “impara l’arte e mettila da parte” fa proprio riferimento all’importanza di apprendere una capacità artigiana per poi metterla a frutto. A Firenze per imparare si andava a bottega, e nella bottega il mastro artigiano insegnava ai suoi giovani apprendisti il mestiere di lavorare la pelle.

La produzione della pelle in epoca medicea

Negli anni sessanta del 1500 (quando a Firenze la situazione politica era molto mutata e il potere era in mano alla famiglia Medici), il Granduca Cosimo I de Medici decise di affidare al suo architetto di fiducia, Giorgio Vasari, la realizzazione del famoso corridoio vasariano. Un corridoio lungo quasi un chilometro che collegava Palazzo Vecchio con Palazzo Pitto dall’altra parte del fiume passando sopra il Ponte Vecchio. Così la famiglia Medici si trovava ad attraversare la città passando sopra l’Arte de’ Galigai e l’Arte de’ Beccai, da cui proveniva un odore decisamente pungente. Qualche anno dopo, i Medici decisero di spostare entrambe le Arti. L’arte de’ Beccai fu collocata in piazza del mercato vecchio (oggi piazza della Repubblica). L’arte de’ Galigai, e tutto ciò che aveva a che fare con la produzione della pelle fu spostata nelle vicinanze di piazza Santa Croce, occupando due vie, che nei secoli ebbero differenti nomi, dei Galigai, dei Pelacani, dei Bucciai, o de'Macci e dove ancora oggi troviamo via delle Conce e dei Conciatori. La concia delle pelli e dei suoi manufatti furono fiorenti nel Granducato di Toscana , ottenendo un ruolo di primo piano. Nel XVI secolo le quattordici arti minori furono incorporate in 4 università. L’arte de’ Galigai, l’arte de’ Calzolai e l’arte de Correggiai vennero unite nell’Università dei Mastri del Cuoiame. Poco più tardi all’università dedita alla produzione di pelli fu annessa anche l’arte maggiore de’ Vaiai e Pellicciai, così l’università fu nominata Università de’ Vaiai e de’ Cuoiai.

La produzione della pelle a Firenze : dal granducato al giorno d’oggi

La produzione della pelle a Firenze vanta una tradizione quasi millenaria. Ed è ad oggi famosa in tutto il mondo. Tale tradizione, oggi è portata avanti dal distretto del cuoio, in particolare Ponte a Egola, Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull'Arno, Fucecchio divenendo un riferimento importante a livello mondiale per la produzione del cuoio e della pelle, che continua a portare avanti la tradizione dell'antica conceria toscana, ma con l'attenzione all'uomo, all'eco-sostenibilità e all'ambiente. Dunque la concia, nata nella notte dei tempi è giunta fino a noi grazie alla sapienza artigianale tramandata di padre in figlio; il cuoio la pelle al vegetale ed i suoi manufatti sono diventati veri ambasciatori dei Made in Italy del mondo, non solo per la loro bellezza ed il loro pregio, ma perché trasmettono i valori delle nostre genti e del nostro territorio.

 

Old Angler, tra modernità e storia

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